Ecco qui alcuni cenni biografici della nostra santa patrona.
Infanzia e Giovinezza
Helena Kowalska (nome di battesimo di santa Faustina) nacque il 25 agosto 1905 a Glogowiec in una famiglia di contadini dal Stanislaw Kowalsky e Marianna Babel. Fu battezzata due giorni dopo nella parrocchia di S. Casimiro. L’educazione che ricevette fu profondamente religiosa e improntata al lavoro e alla disciplina. Fin da piccola Helena era silenziosa e laboriosa tanto che divenne la “prediletta” dai genitori che affermavano apertamente agli altri figli “non arriverete mai a lei”. I fratelli gelosi la chiamavano “pietosona” per la sua profonda pietà.
A soli sette anni per la prima volta Helena sentì la voce divina nella sua anima che la chiamava a sé per una vita religiosa. Questa chiamata però prima di realizzarsi dovrà subire molte prove. A nove anni fece la prima comunione e da quel giorno cambiò molto tanto che voleva sempre andare in chiesa e cercava la solitudine. Tuttavia i genitore non le permettevano di andare spesso in chiesa per la grande quantità di lavori da svolgere. Il suo amore per il Signore si manifesta particolarmente nella volontà di partecipare alla S. messa domenicale. Infatti qualcuno la domenica rimaneva sempre in casa per portare a pascolare le mucche. Una domenica tale compito spettava a Helena che per non perdere la S. Messa si alzò quando ancora era buio e svolto il lavoro in anticipo poté partecipare alla messa. Amava inoltre ornare una piccola cappella della Madonna costruita dal padre dove si fermava spesso in preghiera. Questo si ripeté anche in futuro. Il vero amore di Dio, si sa, è indissolubilmente congiunto a quello del prossimo, cosi fin da giovinetta Helena ebbe una particolare sensibilità verso le persone povere e bisognose. Organizzò anche una piccola raccolta in favore dei poveri. Nel 1917 iniziò a frequentare la scuola di Swince Warckie. La sua educazione durò soli tre anni tuttavia Helena si mostrò un alunna seria e diligente. Amava leggere e lo faceva spesso quando doveva pascolare le mucche. La maestra la reputava la più brava. Compiuti 16 anni Helena per aiutare la sempre difficile situazione economica della famiglia andò a lavorare ad Aleksandrow presso i signori Bryszewski che gestivano li un panificio. Durante il soggiorno ad Alekandrow accadde un episodio straordinario. Un giorno durante il lavoro Helena gridò “al fuoco!” spaventando tutti e interrompendo il lavoro ma non c’era nessun incendio nonostante Helena dichiarò di aver visto un bagliore. Fu dichiarata “impazzita” e tornò a casa. Qui informò la famiglia di voler entrare in convento ma i genitori si opposero per la mancanza di soldi per la dote. Helena obbedì e dopo un breve tempo andò a Lodz per cercare un lavoro. Fu assunta come aiutante domestica da tre terziare francescane. Dopo questo lavoro fu a servizio dai signori Wieczorek. La sua padrona fu positivamente colpita dalla sua modestia onestà devozione e obbedienza. La quaresima infatti non toccava ne carne né latte e la stessa signora Wieczorek divenne più devota. Nel 1923 lavorò per oltre un anno in casa si Marcjanna Sadowska. La Sodowska dirà di lei “digiunava di continuo per tutto l’anno ogni mercoledì, venerdì e sabato. Nella quaresima tutti i giorni” ma questo non le toglieva la luce e la gioia del servizio poiché secondo le parole della padrona “era disponibile e sorridente”.
L’apparizione di Lodz e la chiamata di Dio
Una volta con una sua sorella era a Lodz per una festa. È la sera del primo Luglio del 1924. Faustina ha 18 anni. Nel momento in cui cominciò a ballare vide il Signore spoglio delle vesti e coperto di pieghe che le disse “quanto tempo ancora ti dovrò sopportare? Fino a quando mi ingannerai?” tutto intorno a lei scomparve e si sedette per qualche momento per riprendersi. Poco dopo andò alla cattedrale di S. Stanislao e chiese al Signore di conoscere la sua volontà. Udi interiormente “parti immediatamente per Varsavia; la entrerai in convento”. Portò le sue cose dallo zio Rapacki e tenne per sé pochissime cose. Lo zio la accompagnò alla stazione e partì per Varsavia. Arrivata incontrò don Jakub Dadrowski parroco della chiesa di S. Giacomo che al indirizzò dai signori Lipszyc che abitavano a Ostrowek. Da qui Helena si mosse per cercare un convento ma senza successo. Il motivo principale dei rifiuti era la mancanza di dote. Infine Helena bussò alla porta della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia, in via Zytnia. La ricevette per prima sr. Malgorzata Gimbutt che informò la superiora generale madre Leonarda Cielecka. Suor Gimbutt le disse “oh si è presentata una tipa emaciata gracile povera inespressiva, niente di promettente” a queste parole la superiora del convento(futura generale) sr. Michaela Moraczewska volle incontrare la candidata. La superiora generale acconsentì. Sr Micaela dopo un attimo di titubanza che per la prima impressione che la portò quasi a congedare subito la futura suor faustina decise si ascoltarla e constatò la sua sincerità, semplicità e il suo sorriso. Questo le bastò per ordinare a Helena di andare dal “Padrone di casa” a domandargli se l’accogliesse. Recatasi in cappella Helena udì la risposta “ti accolgo, sei nel mio cuore”. Dopo questo colloquio Sr Michaela, prima di farla entrare in modo definitivo nella congregazione, la invitò a guadagnare quanto bastava per la dote rimanendo temporaneamente presso coloro che la stavano accogliendo. Cosi Helena lavorò ancora un anno presso la signora Aldona Lipszyc e il guadagno lo portava in via Zytnia per il corredo. Qui Helena si occupava prevalentemente dei bambini ed era quasi diventata un membro di famiglia tanto che la signora Aldona più di una volta cercò di distoglierla dal proposito di farsi suora. Tuttavia già prima di entrare nella congregazione, nell’ottava della solennità del corpus Domini del 1925 durante i vespri, fece voto perpetuo di castità.
L’ingresso e i primi passi nella congregazione
Finalmente la sera del primo agosto del 1925 Helena entrò nella Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia a Varsavia e fu accettata. Ecco le prime impressioni descritte dalla stessa santa nel suo diario “mi sentivo infinitamente felice, mi pareva di essere entrata nella vita del paradiso, dal mio cuore erompeva,unica,la preghiera della gratitudine”. Tuttavia dopo tre settimane ebbe la fortissima tentazione di abbandonare il convento poiché desiderava una regola più stretta e un ordine in cui ci fosse più tempo dedicato alla preghiera. Risoltasi ormai per partire vide il Signore Gesù col volto coperto di piaghe e sanguinante che disse “Tu mi causerai un simile dolore se uscirai da quest’ordine. È qui che ti ho chiamata e non altrove e ho preparato per te molte grazie”. Poco dopo Helena cadde ammalata e viene trasferita a Skolimow per riprendersi. In seguito ritornò a Varsavia per compiere il postulantato. Certo il Signore ,senza entrare in un ordine di regola più stretta, sa comunque come provare l’amore dei suoi eletti. A Tal proposito ecco un episodio significativo di quel tempo raccontato Diario della santa che ci fa comprendere a quali atti di umiltà eroica veniva chiamata la giovane Kowalska: una suora le chiese di lavare i piatti ma nel contempo altre suore le chiesero altri favori. Helena volendo accontentare tutte le suore lasciò per ultimo il lavoro dei piatti. Dopo circa tre quarti d’ora vedendo che i piatti erano ancora sporchi la suora arrabbiata ordinò a Helena di mettersi seduta sul tavolo per umiliarla. Le altre suore passando per la cucina si stupivano molto dell’apparente indifferenza di Helena che giudicarono con commenti pungenti. Helena taceva poiché non voleva giustificarsi.
Il noviziato
All’inizio del 1926 Helena parti per Cracovia per ultimare il postulantato ed entrare nel noviziato. Dopo 8 giorni di esercizi spirituali arrivò il giorno della vestizione che si tenne il 30/04/1926 a Cracovia. Durante la cerimonia al momento della vestizione ebbe un mancamento. Nel suo Diario scrive che il Signore le fece vedere tutto ciò che avrebbe dovuto patire e fu “un attimo di tale sofferenza” che svenne. Col suo ingresso in noviziato e con la vestizione ebbe anche il cambio di nome: suor Maria Faustina fu il nome nuovo scelto per lei. Il noviziato durava due anni. In questi anni faustina si esercitò molto nelle mortificazioni e nell’umiltà. Come lavoro fu destinata in cucina. Circa a metà anno, nel giugno del 1926 vi fu un cambio della Maestra delle novizie. Al posto di Sr Malgorzata subentrò la giovane Maria Jozefa Brzoza. Questa nuova Maestra fu una figura importantissima per Santa Faustina. infatti dalla fine del primo anno di noviziato per Faustina iniziò una terribile notte dell’anima, purificazione passiva attraverso cui Il Signore si degna di elevare l’anima alle vette della perfezione cristiana. Durante il buio e le tenebre di questo periodo la Madre Maestra seppe guidare con consigli saggi e non mancò di confortare la futura santa con parole di incoraggiamento spronandola alla fiducia. Tanto erano fitte le tenebre e alta la notte nella sua anima che scriverà nel diario “al pensiero che debbo fare i voti la mia anima rabbrividisce”(diario 23) e ancora “sto vivendo pene..che realmente non differiscono in nulla da quelle dell’inferno”. Questa notte durerà ininterrottamente fino a dopo i primi voti, più precisamente fino a metà del 1929 ovvero per più di 2 anni.
Dai primi voti ai voti perpetui
I primi voti si tennero esattamente due anni dopo la sua vestizione ovvero il 30/04/28. In quest’occasione si presentarono anche i suoi genitori. Dopo aver pronunciato i primi voti attraverserà diverse case a partire dalla casa generale di Varsavia in Via Zytnia ma già verso la metà del 1930 Faustina fu trasferita a Plock.
La richiesta dell’Immagine: Sempre nella casa di Plock, dopo un ordinario giorno di preghiera e lavoro(S. Faustina lavorava a quel tempo in cucina, nel panificio e nel negozio annesso), la sera del 22 febbraio 1931 mentre stava in cella la Santa vide il Salvatore. Ecco come nel diario viene riportata l’apparizione: “la sera stando nella cella vidi il Signore vestito di una veste bianca, una mano alzata per benedire mentre l’altra toccava sul petto la veste che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido. Muta tenevo gli occhi fissi sul Signore l’anima mia era presa da timore ma anche da gioia grande. Subito Gesù disse: “dipingi un immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto Gesù confido in Te Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella e poi nel mondo intero prometto che l’anima che venererà questa immagine non perirà, prometto pure già in questa terra ma in particolare nell’ora della morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò come mia propria gloria”(d47-48)
Dopo questa apparizione Faustina svelò alla superiora e al confessore la sua esperienza. Entrambi non compresero a fondo la dichiarazione della Santa tanto che il confessore raccomandò a Faustina che avrebbe dovuto dipingere con una vita retta l’immagine di Gesù nella sua anima. La superiora suor Roza nonostante lo scetticismo permise a Faustina di dipingere “dipinga pure sorella” e a conferma dell’apparizione pretese un segno. Faustina tentò un abbozzo da sola ma senza riuscire nell’impresa. Dopo aver rinnovato i voti i voti per 5 volte le suore della Congregazione dovevano compiere la terza probazione in preparazione dei voti perpetui. Cosi avvenne anche per Faustina che lasciando Plock, iniziò il primo dicembre del 1932 la terza probazione a Varsavia sotto la guida di suor Malgorzata Gimbutt. Durante la sua permanenza a Varsavia nel 1933 Faustina si ammalò. Compiuta la terza probazione si diresse a Cracovia per gli esercizi spirituali in vista di pronunciare i voti perpetui che si tennero il 1 maggio del 1933 a Lagiewniki in una celebrazione presieduta dal vescovo Stanislaw Respond.
A Vilnius
Dopo i voti perpetui la superiora generale pensava di trattenere Faustina a Cracovia dove avrebbe potuto avere un ottimo confessore nella persona di P. Andrasz, tuttavia giunse da Vilnius la richiesta di una giardiniera e la superiora pensò a Suor Faustina. Proprio a Vilnius Faustina incontrerà il suo direttore spirituale e attraverso questo incontro si sarebbe realizzato il disegno divino relativo alle richieste fatte da Gesù alla santa polacca. Grazia a Sopoćko infatti abbiamo l’Immagine di Gesù misericordioso, il Diario di suor Faustina, la nuova congregazione richiesta da Gesù a Faustina e in generale tutta la diffusione del culto della divina Misericordia nella forma rivelata alla mistica polacca. Nel Maggio del 1933 Faustina lasciò Cracovia e si diresse a Vilnius fermandosi di passaggio anche al Santuario della Madonna Nera Regina della Polonia di Jasna Gora. Ecco finalmente che arrivata a Vilnius durante la confessione conobbe o meglio riconobbe il sacerdote già precedentemente osservato in due visioni e che sarebbe diventato il suo padre spirituale ovvero il Beato Michele Sopoćko che era a quel tempo confessore ordinario delle suore di Vilnius e simultaneamente professore di teologia all’Università Stefan Batory. Faustina in confessione gli svelò la sua anima. Sopoćko inizialmente abbastanza scettico volle rassicurarsi della sanità mentale di Faustina e chiese alla superiora della casa, Suor Irena Krzyzanowska, di sottoporla ad esami psichiatrici che saranno poi eseguiti dalla dott.sa Helena Maciejewska con esito favorevole.
La Sacra Immagine: A questo punto Sopoćko, avendo escluso cause di ordine psicologico, ancora cauto e prudente volle occuparsi della questione dell’immagine più per curiosità che per reale convincimento come scriverà egli stesso nel suo diario. Cosi, a proprie spese, commissionò la pittura a un artista che abitava nel suo palazzo: Eugeniusz Kazimirowski. Dal 2 gennaio del 1934 Suor Faustina una o due volte alla settimana accompagnata dalla superiora sr Irene e in seguita da Sr Borgia Tichy partecipava prima alla S. Messa a Ostra Brama e successivamente si dirigeva in via Rossa nell’appartamento di Sopoćko per fornire all’artista le necessarie indicazioni. Faustina era molto precisa e meticolosa tanto che il lavoro durò circa sei mesi per le continue correzioni che la “segretaria della divina misericordia” desiderava si apportassero al dipinto. Nonostante questa precisione Faustina non era soddisfatta e durante uno sfogo, piangendo in preghiera disse al Signore “Chi può dipingerti bello come sei?” e udì questa risposta “non nella bellezza dei colori né del pennello sta la grandezza di questa immagine ma nella mia grazia”. Il quadro fu prima posto nell’appartamento di Sopoćko e poi appeso nel corridoio del convento delle suore bernardine e venerato pubblicamente la prima volta l’anno successivo proprio davanti al santuario di Ostra Brama(in una finestra della galleria di Ostra Brama) durante un triduo nell’ottava di pasqua a chiusura dell’anno della Redenzione terminato con la Domenica in Albis del 1935. Questa prima immagine, detta anche immagine originale, ebbe una storia travagliata e attualmente si trova nel Santuario della divina Misericordia in Vilnius (per un approfondimento sulla storia dell’immagine clicca qui).
Il Diario di santa Faustina: Poiché le confessioni erano molto lunghe( a causa del fatto che il confessore era allo stesso tempo il direttore spirituale) e ciò irritava le altre suore, don Sopoćko decise di limitare la confessione all’accusa dei peccati, per quanto invece avesse dovuto concernere lo direzione spirituale invitò Faustina a metterlo per iscritto in un quaderno che successivamente egli avrebbe letto con calma. Cosi nacque quel prezioso scrigno di tesori spirituali che è il diario di Santa Faustina. Però sappiamo che il maligno dove intravede l’opera di Dio cerca in tutti i modi di ostacolarla. Cosi la santa dopo qualche mese bruciò il suo diario su incitamento di una voce che la premeva a questo. Don Sopoćko saputolo ordinò a a Faustina come penitenza di riscrivere tutto il contenuto del quaderno distrutto cosa che faustina eseguì fedelmente ma sovrapponendo le vicende vecchie a quelle attuali per questa ragione nel Diario manca un esatto ordine cronologico.
La coroncina alla divina Misericordia: il 13 e 14 settembre del 1935 il Signore insegnò a Santa Faustina una preghiera che “placa l’ira di Dio” a cui sono annesse alcune promesse tra cui quella di una santa morte: “chiunque la reciterà otterrà tanta misericordia nell’ora della morte. I sacerdoti la consiglieranno ai peccatori come ultima tavola di salvezza: anche se si trattasse del peccatore più incallito se recita questa coroncina una volta sola otterrà la grazia dalla mia infinita Misericordia”.
La richiesta della nuova Congregazione: Dalla metà del 1935 Faustina iniziò ad avvertire sempre più forte l’appello del Signore a fondare una nuova congregazione dedita totalmente al culto della Divina Misericordia. In Questa congregazione, sebbene una, si distinguevano, nel disegno della santa, come tre rami o gradi. Il primo si riferiva alle suore di clausura il cui compito era l’implorazione continua della Divina Misericordia per il mondo intero e per i sacerdoti in particolare, il secondo aveva un carattere potremmo dire misto che implicava anche la missione soprattutto nella “cura delle anime dei bambini”, il terzo infine riguardava un grande movimento apostolico che raccoglieva soprattutto laici. Oltre a concernere le donne Faustina parlò al suo direttore anche di un ramo maschile con caratteristiche simile( lettera “vedo non solo..”). Circa questa congregazione faustina ebbe anche una visione in cui Sopoćko riceveva i voti di sei suore. Ciò effettivamente avvenne il 16 novembre del 1944 solennità della Madonna di Ostra Brama nella cappella delle Carmelitane a Vilnius. Faustina soffrì moltissimo per questa richiesta della fondazione e per dover abbandonare la propria Congregazione. Di fatto Faustina mai realizzerà questo. Sarà il suo direttore, il Beato Sopoćko a realizzare questo progetto nel 1942 iniziando con le prime due sorelle:
A Vilnius nel suo lavoro di giardiniera sebbene non avesse esperienza in quel campo raggiunge risultati straordinari. “Io sto bene dovunque mi mette la volontà di Dio” rispose a una suore che le chiese come se la cavasse in giardino. Nel febbraio del 35, col permesso della superiora, fece visita alla famiglia per la grave situazione di salute di sua madre. In quest’occasione Faustina predisse alla madre che sarebbe vissuta ancora a lungo e che il padre, sebbene sano in quel momento, sarebbe morto prima di lei. Dopo la richiesta del Signore della nuova congregazione Faustina ebbe molto a soffrire e le fu diagnosticata una tubercolosi in stato avanzato. Cosi, a motivo anche di questa nuova fondazione, nel 1936 lascerà Vilnius.
Gli ultimi anni
Il 25 Marzo del 1936 Faustina arrivò a Walendow, nei pressi di Varsavia e, dopo un breve soggiorno a Derdy, l’11 Maggio del 36 si stabilì stabilmente a Cracovia. Inizialmente anche qui fu destinata ai lavori in giardino. Ecco alcuni tratti della persona di Faustina: Era una persona sempre equilibrata, calma di altezza media, esile, aveva gli occhi azzurro pallido e qualche lentiggine sul viso. Aveva un viso comune ma molto amabile, sorridente e tranquillo . Nel suo comportamento era “straordinariamente ordinaria” come disse una superiora di lei. Tuttavia Suor Borgia disse “C’era qualcosa di inafferrabile che si diffondeva dalla sua persona e che qualcuno poteva trovare anche irritante”. Questa diversità di suor Faustina causava i dispetti di alcune suore che provocandola la chiamavano la “santona o figlia del re” faustina non reagiva a queste battute. Es: dopo la comunione il suo viso era raggiante di gioia e questo provocava nelle altre suore irritazione. Spesso quando qualcuno era in difficoltà ricordava e confortava che quella era la volontà di Dio e cosi fu soprannominata anche “Colei che va con la volontà di Dio”. Suor Borgia sua superiora diceva “ la sua natura non era né attraente né espansiva, ma alquanto inaccessibile e senza carisma. Era di salute cagionevole e pertanto non si può dire fosse una persona utile per certe case. Se non possedeva grandi doni carismatici esterni e visibili, tuttavia aveva dei doni straordinari interni che non si sospettava potesse avere. Sapeva riconoscere quando una persona era in peccato davanti a questa avvertiva dolori alle mani gambe o tempie. La salute di suor Faustina,a causa anche del duro lavoro, diventava ogni giorno più debole, cosi il 9 dicembre le superiore la inviarono all’ospedale di Pradnik vicino a Cracovia. Qui si guadagnò la simpatia del personale e degli altri malati preparandone molti alla confessione e alla comunione e pregando per essi per un morte santa. Per celebrare il Natale ritornò in convento e poi ancora in ospedale fino al 27 marzo del 1937. A Maggio del 1937 la Madre generale diede il permesso per l’uscita di faustina dalla congregazione per la nuova fondazione. Qui faustina si sentì sola e abbandonata. Sopoćko però le fece notare che questo non era un ordine di uscire ma solo un permesso. Dopo un breve soggiorno estivo di circa dieci giorni a Rabka che peggiorò la sua situazione, ritornò a Cracovia dove le fu cambiato l’impiego e divenne portinaia. Durante l’autunno a suor Damiana le disse “Gesù non mi farà nessuna sorpresa perché io debbo morire a 33 anni”. In questo stesso periodo a proposito della morte, il Signore invitò Faustina a rivivere con particolare devozione l’ora della sua morte(ovvero le 3 del pomeriggio) “alle tre del pomeriggio implora la mia misericordia specialmente per i peccatori e sia pure per un breve momento immergiti nella mia Passione, particolarmente nel mio abbandono al momento della morte. È un ora di grande misericordia per il mondo intero. Ti permetterò di penetrare nella mia tristezza mortale. In quell’ora non rifiuterò nulla all’anima che mi prega per la mia passione”.
Nella primavera del 1938 la salute di Faustina peggiorò molto e il 21 aprile tornò all’ospedale di Pradnik. Da metà giugno interruppe la scrittura del Diario. Tra agosto e settembre anche Don Sopoćko si recò a visitare Faustina a Pradnik. In questi ultimi colloqui Faustina predice che si sarebbero presentate molte difficoltà alla diffusione di questo culto anche da parte della Santa Sede. Per desiderio dello stessa Faustina e volendola rallegrarla il 17 settembre del 38 fu fatta uscire dall’ospedale per trascorrere gli ultimi suoi giorni in convento. Il 22 settembre chiese perdono a tutta la Congregazione. Per l’ultima volta Sopoćko visitò Faustina il 26 settembre. Qui Sopoćko ebbe l’impressione avere davanti a sé una creatura ultraterrena. Faustina sussurrò soltanto “mi scusi padre, ma adesso sono occupata a parlare col Padre celeste. Quello che avevo da dire l’ho già detto”. Il 5 ottobre ultimo giorno della sua esistenza terrena Faustina disse “oggi il Signore Gesù mi viene a prendere!”. Si confessò per l’ultima volta con P. Andrasz e poi attese la morte che arrivò alle 11 meno un quarto. Suor Liguoria e sr Eufemia li presenti ricordano come in punto di morte “rivolse gli occhi in alto, sorrise un po’ e chinò il capo e cosi senza apparente strazio finì la sua vita”.
Dopo la morte
Faustina aveva detto “la mia missione non finirà con la morte ma incomincerà”. Per qualche anno dopo la morte sembrava che faustina fosse caduta nel dimenticatoio ma quando esplose la guerra da Vilnius venivano sempre più spesso notizie circo lo sviluppo del culto della divina misericordia trasmesso dalla suora polacca. Le suore rimanevano molto meravigliate di questo. Cosi Nel 41 la madre Michaela fece conoscere alle suore dell’istituto la vita di faustina. Tra il 65 e il 67 si svolse un processo informativo in merito alla sua vita e alle sue virtù. Nel 68 ebbe inizio il processo di beatificazione, intanto nel 66 la salma di Faustina fu trasferita a Cracovia-Lagiewniki. La beatificazione avvenne il 18 aprile del 1993 per opera di S. Giovanni Paolo II, riconoscendo come miracolosa una guarigione alla Signora americana Maureen Cahill Digan. E dopo un altro miracolo riconosciuto della guarigione di don Ronald Pytel Faustina fu canonizzata nella Domenica in Albis del 30 aprile 2000 sempre da Giovanni paolo II che propose “ a tutta la chiesa come dono divino dei nostri tempi, la vita e la testimonianza di suor Faustina Kowalska”.