Nostra patrona principale è Maria invocata col titolo di “Madre della Misericordia”. Il culto a Maria Madre della misericordia è diffuso in diversi luoghi ed è connesso a varie circostanze. La nostra Comunità fa riferimento a Maria Madre della Misericordia venerata a Vilnius nel Santuario della Porta dell’Aurora (Ostra Brama in polacco, Aušros Vartu Dievo Motina in Lituano) la cui festa viene celebrata il 16 novembre. La Porta dell’Aurora fu costruita tra il 1503 e il 1522 come parte delle fortificazioni della città di Vilnius. È tutt’ora l’unica rimasta delle antiche nove porte demolite alla fine del XVIII secolo. Poiché era usanza collocare raffigurazioni e immagini sacre nelle nicchie degli edifici il governatore di Vilnius ordinò che due dipinti: una della Beata Vergine insieme ad uno del Signore Gesù Cristo (Salvator mundi) fossero posti a decorazione della Porta dell’Aurora sulle mura della città di Vilnius affinché la proteggessero.
Storia e caratteristiche dell’immagine
L’immagine della Beata Vergine, che è la raffigurazione mariana più venerata della Lituania, appartenente alla tradizione iconografica delle Madonne nere, è di origine incerta e l’autore è ignoto. Probabilmente di epoca rinascimentale, fu completata nella prima metà del XVII secolo, successivamente incoronata e rivestita con argento e oro secondo la tradizione orientale e ortodossa lasciando solo il viso e le mani scoperte. Altri asseriscono che il dipinto fu commissionato direttamente dal re di Polonia Sigismondo II Augusto. Nella metà del XVII secolo i carmelitani scalzi costruirono la chiesa di s. Teresa e il loro monastero vicino alla Porta dell’Aurora e fu loro affidata la custodia dell’immagine. I carmelitani scalzi costruirono nel 1671 una cappella di legno dedicata a Lei. In questo periodo il dipinto era già oggetto di grande venerazione. Il dipinto del Salvatore invece fu prima trasferito nel monastero carmelitano adiacente e poi nella cattedrale della città. Nel 1715 la cappella di legno che custodiva l’immagine di Maria bruciò ma il dipinto fu salvato. Cosi nel 1720 fu consacrata l’attuale cappella. Nel 1761 il monaco Ilario pubblicò “relazione sul miracoloso dipinto della Santissima Vergine” che rimane la principale fonte per la storia iniziale del dipinto e dei miracoli ad esso attribuito. Nel 1773 papa Clemente XIV concesse anche un’indulgenza legata al dipinto di Vilnius. L’ex voto a forma di mezzaluna fu posto nel 1849 ed allude alla donna dell’Apocalisse di s. Giovanni (12,1) vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di 12 stelle. Nel 1927 il quadro ricevette con un decreto papale di Pio XI la denominazione di “Icona della Vergine Maria Madre della Misericordia” e fu solennemente incoronata il 2 luglio del 1927 con corone papali d’oro che poi scomparvero nella seconda guerra mondiale. La cappella fu visitata da Papa Giovanni Paolo II nel 93’ e ultimamente anche da Papa Francesco il 22 settembre 2018.
Gli abitanti di Vilnius in questa cappella ottengono da generazioni numerose grazie e ciò è testimoniato dai numerosi ex-voto (circa 8000) situati nella cappella. Attualmente l’icona, visibile anche dalla strada (tanto che i passanti non mancano di salutarla e onorarla quando transitano sotto la porta), è posta al centro dietro una finestra di vetro e continua ad essere oggetto di culto del popolo lituano e non solo. Infatti il culto alla Madonna della Porta dell’Aurora è diffuso nelle comunità lituane e polacche d’Europa e d’America. La più grande chiesa in suo onore si trova a Danzica.
La nostra Comunità è legata in particolare a questa immagine perché questo luogo fu frequentato tra il 1933 e il 36 dalla stessa Santa Faustina e prima ancora dal beato Michele Sopoćko il quale, dopo aver lasciato la famiglia e arrivato il settembre del 1908 a Vilnius da solo, in un momento di smarrimento, si diresse dalla Madonna di Ostra Brama e scrive “durante la preghiera mi sono sentito affluire un’energia ed è entrata in me la fiducia”. Dopo questa preghiera trova un impegno nel collegio per l’educazione della gioventù. La Provvidenza volle che l’immagine originale di Gesù Misericordioso fosse venerata per la prima volta nel 1935 proprio accanto all’icona della Vergine Maria Madre della Misericordia, quasi a ricordare che Ella precede come aurora il “Sole di giustizia”. Lo stesso Sopoćko affermerà che “è stata lei (la Madre della Misericordia) a mettere nella nostra bocca le parole “Gesù confido in Te””. Così, a buon ragione, Vilnius è chiamata “città della Misericordia” non solo per i due dipinti ma anche perché in questa città avvenne l’incontro tra Sopoćko e Faustina che portò alla realizzazione di tutta l’opera della Misericordia, del Diario e della diffusione delle altre forme del culto rivelate alla santa dal Signore stesso. La città della Misericordia è situata al confine tra l’occidente e l’oriente, un luogo di sintesi, come sintesi di tutto il messaggio evangelico è la Misericordia.
Caratteristiche del dipinto
Le dimensioni del dipinto sono di 163cm x 200cm. La Vergine viene rappresentata col il capo inclinato, gli occhi socchiusi e bassi, le mani incrociate in segno di abbandono di Colei che disse all’annunzio dell’Angelo “ecco la serva del Signore si compia in me secondo la tua parola” (Lc 1,38) elementi tutti che ne indicano l’umiltà. Allo stesso tempo però non è nascosta l’altezza e regalità di Colei che da Dante è chiamata con un ossimoro “umile ed alta” in quanto il capo è circondato da raggi di sole e il corpo coperto con abiti preziosi e corone di oro e argento. I fiori che decorano gli alberi sono riferimenti al “giardino chiuso” che simboleggia la purezza della Vergine.
Il titolo “Mater Misericordiae”
Il titolo “Mater Misericordiae” ovviamente è molto più antico dell’immagine venerata a Vilnius. Questo titolo viene fatto risalire da alcuni studiosi ad un apparizione mariana della metà del X secolo ad un monaco di Cluny in cui la Vergine stessa si autodefinì col titolo di “Mater Misericordiae”. Questo titolo transitò nelle Litanie lauretane e modificò l’antico testo del Salve regina misericordiae che divenne “salve regina mater misericordiae”. Da questa divulgazione del titolo mariano ebbero origine una moltitudine di raffigurazioni di Maria vista come Madre della Misericordia. Queste solitamente la rappresentano nell’atto di coprire con il suo manto il popolo cristiano che si rifugia sotto il suo presidio. Manto che rappresenta quella “Misericordia che si stende su quelli che lo temono” (cfr Lc 1,50) proclamata dalla stessa Vergine santissima nel magnificat. La parola “Misericordia” biblicamente viene espressa con la parola ebraica rahamim che indica le viscere e il grembo materno. La misericordia ci parla dunque anche della “maternità” di Dio. La misericordia di Dio è espressa nel miglior modo da Maria che riflette questa maternità. Ella è l’icona della Misericordia, l’emblema della Misericordia, la manifestazione più alta della misericordia di Dio, il santuario della sua misericordia. Come dalle “viscere” del Padre cosi dalle viscere di Maria sgorga la misericordia del mondo. Tutto ciò che abbiamo è uscito dalle viscere del Padre ma anche della Madre. A livello psicologico la madre, il primo “ambiente” che accoglie e con cui si relaziona il bambino neonato, in un certo senso diventa la base sicura per poi costruire tutte le altre relazioni. Il padre viene dopo; se la donna rappresenta per il bambino l’accoglienza incondizionata, il padre è visto più come una guida che ha un compito anche regolativo. Se la madre è il “si” incondizionato nei confronti dell’infante, il padre è il “no” rispetto al quale il bambino deve confrontarsi, se è più associabile alla donna l’amore, è più associabile all’uomo la verità. La madre dunque a livello psicologico è il fondamento di tutta la fiducia umana. Nella madre vi dovrebbe essere una fiducia incrollabile anche se purtroppo a causa dei nostri errori non è sempre cosi. Dio conoscendo che la fiducia è riposta ordinariamente più nella madre che nel padre (per i motivi psicologici sopracitati) diede al mondo una Madre dolcissima e amabilissima perché chi avesse timore di accostarsi a Lui per i troppi peccati commessi non disperasse fino e fondo e riponesse la sua fiducia in Colei che è solo e tutta misericordia. «La tutta misericordiosa» proprio con questo titolo apparve a Pellevoisin. “Acquedotto delle misericordie”, “Torrente di misericordia” la invocano i santi. Maria è stata creata apposta da Dio per accoglierci sempre ed incondizionatamente. In ogni situazione ci trovassimo la preghiera a Maria è sempre stata percepita come “preghiera di riserva” nel senso che quando tutto ci sembra precluso, potremmo comunque sempre rivolgerci all’aiuto della Vergine. Ella è un paracadute che non potrà mai mancare, è l’appiglio, la speranza onnipresente nelle nostre vite. “Mater mea fiducia mea” la invocavano i nostri antenati. “La madre ama prima che il figlio abbia imparato a conoscerla, continua ad amarlo anche quando il figlio si fosse dimenticato di lei: così la vergine con noi. “L’amore della madre non dipende dall’amare del figlio; il figlio può amare o non amare; la madre ama” (Divo Barsotti). Questa misericordia materna della Vergine è rivelata da lei stessa a s. Brigida dicendole “per quanto un uomo possa essere colpevole se egli mosso da vero pentimento si rivolge a me io sono pronta ad accoglierlo senza alcun indugio, non tengo conto dei suoi peccati ma solo delle sue disposizioni e non rifiuto affatto di applicare il rimedio alle sue piaghe e di guarirlo, io sono realmente la Madre di Misericordia”. Anche nel Catechismo della Chiesa Cattolica troviamo l’esortazione alla fiducia in Maria Madre della misericordia: infatti, nel commento alle ultime parole dell’”Ave Maria”, è scritto “ci riconosciamo poveri peccatori e ci rivolgiamo alla “Madre della misericordia, alla tutta Santa. Ci affidiamo a lei adesso […] e la nostra fiducia si dilata per consegnare a lei fin da adesso “l’ora della nostra morte” (CCC 2677). La Madonna stessa in Messico disse a Juan Diego “io sono la vostra Madre pietosa […] a te e a tutti gli abitanti di questa terra che mi invocano e in me confidano […] io esaudirò le loro preghiere […] farò vedere la mia clemenza”. E quando Juan Diego preoccupato per lo zio in punto di morte, Maria apparendo gli disse: “non sono io forse tua Madre? Non sei tu forse sotto la mia protezione, non sei forse nel mio grembo?”. Anche nel Diario di Santa Faustina la Madonna afferma “vi sono madre per l’infinita misericordia di Dio” (Diario 449) “io non sono solo la regina del Cielo ma anche la Madre della Misericordia e la madre tua” (Diario 330). Questa misericordia materna può tutto poiché La Vergine santissima è onnipotente per grazia (l’”onnipotentia supplex”). Ella è l’onnipotente misericordiosa, la Misericordia onnipotente di Dio che si prende cura di ogni anima specialmente dei più bisognosi ovvero i poveri peccatori.